La buona notizia è di questa mattina: un milione e 850mila euro è la somma che è stata riconosciuta, con l’approvazione dell’assestamento di bilancio di Roma Capitale, alle 54 Case famiglia della città. Una boccata di ossigeno indispensabile, che consentirà di coprire le spese correnti per il 2011 delle strutture, scongiurandone al momento l’altrimenti inevitabile chiusura”.
“Non posso che ringraziare di cuore, a nome delle Case famiglia, tutte le persone che hanno condiviso nel tempo questa battaglia di civiltà per evitare un vero e proprio dramma sociale“, ha dichiarato Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale. “Le associazioni e i sindacati che hanno convocato la grande mobilitazione dello scorso 24 novembre, la società civile e i media, oltre naturalmente ai consiglieri dell’Assemblea Capitolina che hanno sostenuto con forza l’approvazione dell’emendamento – ha aggiunto Berliri – in particolare il presidente della Commissione Politiche Sociali Giordano Tredicine, i consiglieri Daniele Ozzimo, Paolo Voltaggio, Gemma Azuni e lo staff del Vicesindaco Belviso“.”Con l’approvazione all’unanimità del sub emendamento a sostegno delle Case famiglia le istituzioni capitoline hanno dato oggi un’indicazione di direzione molto forte, precisando le vere priorità di una città che non vuole rinunciare a essere davvero la Capitale – in primo luogo morale – del Paese. Era dal 2007 che le rette corrisposte alle Case famiglia non venivano adeguate ai costi effettivi di gestione, coprendo meno del 50% del necessario. Se l’emergenza è dunque superata, ci auguriamo ora che si possa ricominciare a lavorare insieme per attuare la seconda parte della mozione approvata all’unanimità lo scorso 28 giugno dall’Assemblea Capitolina, per portare entro il 2016 le rette corrisposte da Roma Capitale a coprire per intero i costi di gestione delle Case famiglia. Quello che chiediamo alle istituzioni capitoline è, ancora una volta, un impegno deciso e coraggioso. Perché il futuro dei nostri concittadini più fragili non sia mai più messo in forse“.