Lettera di Casa al Plurale al Comune di Roma e alla Regione Lazio
Attualmente ci sono 19 persone adulte con disturbi dello spettro autistico e disabilità complessa che sono rimaste escluse dalla lista di quegli 87 individui, per i quali si è trovata una soluzione dopo la discussione tra Regione Lazio e Comune di Roma in merito alla corretta ripartizione dei costi per la loro assistenza: per queste persone con disabilità, in questo momento, non vi è alcuna certezza di poter continuare a restare nelle casa famiglia dove sono state accolte in questi anni. Sono “apparentemente dimenticate”.
A segnalare questa angosciosa situazione, che vede 19 persone con autismo di fronte all’interruzione del programma di assistenza ed inclusione sociale e le loro famiglie nella necessità di capire al più presto come procedere, è l’associazione Casa al Plurale con una lettera inviata congiuntamente al Sindaco di Roma, Gualtieri e al Presidente della Regione Lazio, Rocca lo scorso 8 ottobre.
“Siamo certi che riuscirete a trovare una soluzione pragmatica. Le istituzioni che rappresentate hanno prima aiutato queste 13 famiglie a trovare una soluzione di vita per i loro figli, e ora rischiano di non avere risposta per un problema burocratico di ripartizione di costi”, si legge nella missiva.
La situazione sembrava aver trovato una conclusione quest’estate: nella D.G.R. 983/2023 e nei successivi provvedimenti, relative alla Continuità assistenziale delle persone adulte con disturbi dello spettro autistico (ASD) e disabilità complessa, si stabilisce che le persone con disabilità vengano prese in carico dalla gestione dei servizi socioassistenziali dei comuni di residenza; le ASL non facciano nuovi inserimenti in strutture socioassistenziali. Nelle ricognizioni effettuate dalla Regione Lazio risulta pari ad 87 il numero delle persone che dovevano passare alla gestione dei servizi del Comune di Roma e di altri comuni del Lazio, ma è un numero che non torna.
“Già negli incontri con le famiglie avvenuti a giugno scorso, molti nostri associati hanno segnalato che la lista delle 87 persone per i quali è stata trovata una soluzione a carico del Comune di Roma e degli altri Comuni del Lazio era incompleta, facendo riferimento ad una fotografia delle convenzioni stipulate dalle ASL datata nel tempo”, si sottolinea nella lettera dell’associazione Casa al Plurale. “Queste persone cosa hanno di diverso dai primi 87? Come gli altri, sono persone con disturbo dello spettro autistico e disabilità complessa. Come gli altri, hanno avuto un Piano di Assistenza Individuale (PAI) approvato dalla ASL. Come gli altri, sono stati inviati dalla ASL di residenza a una casa-famiglia con convenzione della ASL per la copertura dei costi. Apparentemente, sono stati dimenticati dalla istituzione che avrebbe dovuto averne cura”.
Ad oggi, purtroppo, per almeno 19 persone che sono ospitate in casa-famiglia sono scadute le convenzioni con le ASL e queste non sono state rinnovate. Il Comune di Roma risulta essere vincolato alla lista degli 87 nominativi definita dalla Regione. La Regione non interviene: è lo stallo che si mette in evidenza.
Le organizzazioni che gestiscono le case famiglia, che finora non hanno interrotto i piani di assistenza individuale, confidando in una logica prosecuzione dei piani di assistenza individuale a suo tempo deliberati dalle ASL, non potranno sostenere l’onere economico di questa situazione per molto tempo e si trovano di fronte a decisioni dolorose e difficili.
L’Ufficio Stampa Carmela Cioffi 3381090669