Case famiglia, a rischio l’assistenza per mille minori e 150 madri in difficoltà

L’appello delle Associazioni al Sindaco Gualtieri:

“Senza un adeguamento delle rette, rischiamo la chiusura. Occorre un intervento immediato”

È una situazione ormai insostenibile, che richiede con urgenza un intervento da parte delle istituzioni. A Roma, in questo momento, trovano accoglienza in casa famiglia circa 1.000 minori e 150 donne sole con figli piccoli in condizioni di grave fragilità, ma le organizzazioni che gestiscono questi servizi residenziali stanno affrontando una crisi economica che rischia di compromettere le cure e l’assistenza. I costi necessari per garantire standard di qualità e il pieno rispetto contrattuale non sono infatti più compatibili con le rette attualmente riconosciute da Roma Capitale.

A lanciare il grido d’allarme sono Casa al Plurale, AGCI Imprese sociali Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio, Legacoopsociali Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (C.N.C.M.) – Sezione Lazio, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (C.N.C.A.) – Sezione Lazio, Associazione Mam&Co ETS.

In una lettera indirizzata al Sindaco Roberto Gualtieri, gli Enti chiedono di porre rimedio, prima che sia troppo tardi, ad una crisi finanziaria che si è aggravata in seguito all’aggiornamento del Contratto Collettivo Nazionale delle Cooperative Sociali e alla mancata revisione delle tariffe, ferme ai parametri del 2019 per i minori e del 2021 per i nuclei madre-bambino.

“Questi servizi garantiscono la tutela delle persone più vulnerabili della nostra comunità, con competenza e responsabilità. Tuttavia, senza un adeguamento delle rette, non sarà più possibile assicurare gli standard qualitativi richiesti, con il concreto rischio di chiusura delle strutture“, dichiarano i rappresentanti delle organizzazioni e degli enti gestori dei servizi residenziali per minori e nuclei madre-bambino della Capitale.

Stiamo parlando di oltre un centinaio di strutture altamente specializzate, sottoposte a stringenti requisiti autorizzativi, strutturali e organizzativi, diffuse sul territorio romano.

“Il rinnovo, ormai avvenuto da oltre un anno, del Contratto Collettivo Nazionale delle Cooperative Sociali, giusto e necessario, ha aggravato una situazione economica già critica – spiegano le Associazioni -. La mancata revisione delle rette ha prodotto effetti destabilizzanti: allontanamento di risorse umane qualificate, difficoltà nella tenuta organizzativa, rischio concreto di chiusura dei servizi, nonostante l’osservanza rigorosa delle regole da parte degli enti gestori. È evidente che la crisi in atto non può più essere scaricata sulle spalle delle cooperative sociali e degli enti del Terzo Settore. Occorre un segnale istituzionale chiaro, concreto e immediato”, si sottolinea nella missiva inviata ieri al Sindaco di Roma.

Ma di che numeri stiamo parlando? Sulla scorta del report “Quanto costa una casa famiglia?” redatto e aggiornato da Casa al Plurale, possiamo constatare che l’attuale retta per minori è pari a 100 euro Iva inclusa (per cui 95.23 €), mentre dovrebbe essere 252.98 euro; quella per le mamme per bambino ammonta a 79.05 euro mentre sarebbero necessari, conti alla mano, 171.83 euro.

Le Associazioni richiedono con urgenza un primo intervento “anche simbolico ma indispensabile” attraverso lo stanziamento di una somma pari all’adeguamento ISTAT del costo della vita – almeno 7,8 milioni di euro – e l’istituzione di un tavolo di confronto permanente tra Comune, Regione e Governo, al fine di costruire un sistema di tutela stabile ed equo.

“Siamo consapevoli delle difficoltà del bilancio capitolino, ma in situazioni di risorse limitate è indispensabile compiere scelte e definire priorità”, concludono i firmatari della lettera.

L’Ufficio Stampa (Carmela Cioffi cell.3381090669)

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